Dici, sono buoni tutti a perder tempo. Eh no. Te piacerebbe.
Un conto è perder tempo, un conto è perder tempo in maniera creativa. E magari
guadagnarti la stima di conoscenti e amici perché “dove lo trovi il tempo di
fare queste cose”.
Eh eh. Semplice, non ce l’ho.
Masssì masssì, ma che ci frega, abbiamo ancora una vita
davanti. Possiamo permetterci di buttarla amabilmente nel cesso! Beata
gioventù. Io comunque mi sento già un piede della fossa. Venendo al punto
principale:
UN ALTRO BLOG?!?
Stacce zì, la risposta è sì. Eh ma perché mi fanno sentire
in minoranza. Pure i test per i concorsi di scrittura collegati all’università
ti chiedono se hai un blog! Potevo farmi parlar dietro..? (Non si sa bene da
chi) Giammai!
Così ho deciso di scrivere le prime righe in maiuscolo per
farvi riflettere su un argomento importante.
Rifletteteci. Siamo arrivati al punto in cui, se una persona
scrivendo al computer preme il tasto “Bloc Maiusc”, SMETTE DI USARE LA
PUNTEGGIATURA E INIZIA A PROLUNGARE LE ULTIME LETTERE DI UNA FRASE VOI VE LO
IMMAGINATE COME SE STESSE URLANDOOO!
E invece no. Sono qui, in silenzio, da sola come se abitassi
in Groenlandia, dove sappiamo tutti che la popolazione è all’incirca di un
abitante ogni 40 km quadrato, ad aprire un blog. Ma va.
La domanda è, perché un blog. La risposta è semplice. Come
aprire un blog su come perder tempo senza iniziare con il primo modo per
eccellenza per perder tempo al giorno d’oggi..?! Ossia..
- Aprire un blog
Ebbene sì, fateci caso. Viviamo nell’era
della velocità, dell’ansia, del tutto-subito, nonché di una leggera crisi
finanziaria in cui tutti dovremmo uscire fuori, distruggere questa società e
ricostruirla da capo, forse ripartendo dal baratto, per avere qualche speranza
di miglioramento delle condizioni di vita nel futuro. E invece no. Cosa
facciamo? Scriviamo assiduamente su una piattaforma virtuale, che richiede
tempo per poter tenere aggiornati una massa di sociopatici sul tuo ultimo pensiero
riguardo alla posizione di quel nuovo pelo che ti è spuntato sul polpaccio. In
poche parole, diventiamo blogger. Anzi, bloggers perché io, l’inglese, lo
studio.
Un blog che attraverso di sé critica il perder tempo sui
blog. Mamma mia.
A me, come dicono qui in Trentino, Pirandello e Escher me
spicciano casa.
Mi accingo dunque a chiudere questo primo post con una
piccola considerazione:
NON C’E’ SCAMPO, SIAMO TUTTI SPACCIATI E PER QUANTO TU
POSSA ESSERE ALTERNATIVO PRIMA O POI TI TROVERAI AD APRIRE UN BLOG ANCHE SE NON
LO VUOI, QUINDI E’ INUTILE CHE CRITICHI DALLA FINTA COMODITA’ DELLA TUA
MAGLIETTA DI CANAPA BIOLOGICA CHE TI STA SCARTAVETRANDO L’EPITELIO DELLA
SCHIENA.
Eeeh no, non sto urlando neanche questa volta. Solo
silenzio, sempre tanto silenzio.
Insomma, visto che qui si aprono blog(s) a destra e a manca
con le cose che uno sa fare, io ho pensato di aprirne uno su quello che so fare
meglio: perder tempo.
Tempo perso a scrivere il post: 60 minuti
Tempo perso a ricontrollare: 100 minuti
Tempo perso a scegliere la calligrafia del blog: 30 minuti
Complimentoni!
Il primo che risponde “tempo perso a leggere questo blog..”
sappia che mi manderà in psicoanalisi per anni.
Poff
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